La frase che lo rappresenta:

È incredibile come è facile truffare i tanti idioti che ci sono al mondo

(P. Baroncini)

Nella seguente scheda ho inserito i criteri diagnostici del DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, quarta edizione) e la dimensione interpersonale di Lorna Smith Benjamin (1999).

Definizioni del DSM-IV

Dimensione interpersonale di Lorna S. Benjamin

Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che si manifesta fin dall’età di 15 anni, come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi:

1- Incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili di arresto.

I comportamenti criminali sono interpretati come antisociali, se sono attuati allo scopo di controllare o mantenere la distanza. Non si fa nessuna attenzione a quale possa essere l’impatto sulla vittima. (Pensa) Non mi importa della legge; sono abbastanza forte da poter fare quello che preferisco; e va bene così, a meno che abbia la sfortuna di essere preso.
2- Disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi, o truffare gli altri ripetutamente, per profitto o per piacere personale. Esiste un’entusiastica accentuazione sulla capacità di controllare la vittima […]. (Pensa) Posso ottenere ciò che voglio semplicemente truffando i tanti idioti che sono al mondo.
3- Impulsività o incapacità di pianificare preventivamente. Questi comportamenti […] sono attuati senza fare attenzione all’impatto che possono avere nei propri riguardi. (Pensa) Quando mi va a genio, rischio e vado all’arrembaggio.
4- Irritabilità o aggressività, come indicato ripetutamente da scontri o aggressioni fisiche. Non esiste rispetto o preoccupazione per il danno inflitto e non esiste rimorso. Si gloria del proprio elevato livello di aggressività che gli permette di esercitare il controllo, rimanendo invulnerabile.(Pensa) Se chi mi ama o i figli mi infastidiscono, vado sulle furie e li meno per bene.
5- Inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri. Questo viene fatto con l’assunto che <nessuno mi può controllare>. Non esiste nessuna attenzione per le possibili conseguenze per sé o per gli altri. (Pensa) Guidare da ubriaco, o quando sono alticcio, non è un problema per me.
6- Irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere un’attività lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari. Trascuratezza del partner o dei figli o non pagamento dei debiti possono essere considerati antisociali se attuati allo scopo di mantenere il controllo o di evitare di essere controllato. Il tutto è fatto senza fare attenzione all’impatto che possono avere sugli altri. (Pensa) I miei genitori hanno lasciato che me la cavassi da solo, quando ero ancora molto piccolo; e io credo che dovrei fare la stessa cosa con i miei bambini.
7- Mancanza di rimorso, come indicato dall’essere indifferenti o dal razionalizzare dopo aver danneggiato, maltrattato, derubato un altro. L’infedeltà, l’inganno, il rubare indicano indipendenza e controllo senza alcun riguardo per l’impatto che possono avere sugli altri. La cosa importante è di non subire la prepotenza e di ottenere subito quello che si vuole. Solo gli scemi e i deboli si preoccupano delle conseguenze. Ne segue che i perdenti meritano di perdere. (Pensa) Far fare a qualcuno la figura dello stupido è un gran bel passatempo.

Criteri di esclusione: preoccupazione per l’altro, la dipendenza e la paura di essere abbandonato.

Note: il bisogno di controllo sugli altri e di autonomia per sé, la mancanza di attaccamento e di rimorso, lo portano a essere abile nell’inganno e a fare confessioni di colpa che non prende per reali.

Segnali sociali: totale mancanza di capacità e di interesse nel cogliere i segnali sociali. I segnali negativi che coglie sono quelli legati alla rabbia espressa dall’altro, che lui legge come modalità di controllo su di sé, e di conseguenza si attiva esprimendo rabbia (prepotente) per avere, lui, il controllo sull’altro. Svaluta i segnali positivi che prende in considerazione coem conferma del suo controllo.

Il meccanismo relazionale : Il potere è del più forte

LA PERSONALITA’ PATOLOGICA ha tre componenti:

1- scarsa stabilita sotto stress;
2- scarsa flessibilità adattiva;
3- tendenza a coinvolgersi ripetutamente in processi che perpetuano le stesse difficoltà, senza possibilità di apprendere dall’esperienza metodi per evitare di ricadere nelle situazioni problematiche.

È necessario quindi che, per parlare di stile di personalità e non di disturbo, la persona sia in grado di non ricadere negli schemi ripetitivi che conosce, ma di costruire delle strategie alternative che considerino l’esame di realtà e l’esperienza vissuta dall’altra persona. Fermare il proprio pensiero automatico e integrarlo con gli elementi della realtà permette un adattamento flessibile al contesto esterno e una maggiore capacità di gestione dello stress. Quanto detto non significa abbandonare i propri schemi, che comunque sono serviti in passato per proteggerci, ma imparare ad utilizzarli con una maggiore flessibilità nella relazione con l’altro.

La psicoterapia aiuta l’individuo a ristrutturare profondamente la propria personalità per apprendere nuovi modi di percepire e di relazionarsi alla realtà.

BIBLIOGRAFIA

– American Psychiatric Association (1995). DSM IV. Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali. A cura di: P. Pinochet; Edizione Italiana a cura di V. Andreoli, GB. Cassano, R. Rossi, Masson, Milano.
– Benjamin, L. S. (1999). Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità, Las, Roma.

Dott.ssa Patrizia Baroncini L.D.